L'ansia e lo stress da rientro vacanze, sono sempre più diffusi tra la
maggioranza della popolazione. L'idea di dover riprendere a pieno ritmo tutti
gli impegni quotidiani, ci porta a vivere in una situazione di grande stress
fisico e psicologico che, non sempre, si riesce a contrastare. Si possono
manifestare i seguenti sintomi: insonnia, stanchezza, irritabilità, depressione,
sbalzi di umore repentini.
Come possiamo fare per contrastare tutto questo? Esistono dei metodi
che permettono di vivere il rientro in modo più sereno?
Certamente! Possiamo seguire queste semplici regole:
1. fare sport
2. passare più tempo alla luce del sole
3. programmare nuovi hobby
4. fare nuove vacanze: pianificare weekend fuori porta permettono di
staccare e riprendere gradualmente la propria quotidianità
5. prendere delle pause tra un'attività e un'altra: bastano solo 10 minuti
6. seguire un alimentazione corretta
7. porsi dei nuovi obiettivi da raggiungere per il nuovo anno
E' importante rivolgersi ad un professionista qualora questi sintomi possono
perdurare nel tempo e limitarne la vita sociale e lavorativa.

Affrontare una vita senza stress?
Si, si può. Nonostante la nostra società ci impone ritmi sempre più consistenti, nonostante siamo invasi dalla frenesia che contraddistingue le nostre vite, nonostante l'essere circondati da persone che pretendono sempre il meglio di noi è possibile uscire da questa sorta di dipendenza che la quotidianità spesso ci porta.
Ma cos'è lo stress? E come riconoscerlo?
Lo stress è associato ad uno stato di malessere che si manifesta con reazioni fisiche e psicologiche importanti: ansia, irrequietezza, depressione, paura, disinteresse emotivo, perdita di sicurezza in se stessi, incapacità di rilassamento, problemi gastrointestinali, fino all' ulcera (nei casi più gravi), Esso rappresenta il nostro modo di essere e di reagire nei confronti degli eventi che dobbiamo affrontare.
Come fare? Ecco alcune semplici soluzioni:
Per uscire dallo stress occorre innanzitutto diagnosticarlo attraverso il riconoscimento dei sintomi elencati precedentemente, successivamente occorre mettere in atto delle piccole strategie: l'evitare di essere eccessivamente ansiosi verso il domani ma concentrarsi sul presente, fare solo piccole cose alla volta in modo da guadagnare tempo senza diventare nervosi evitando così l'angoscia in caso di mancata realizzazione, prendersi del tempo per se stessi, dedicarsi a cose piacevoli da fare almeno 10 minuti al giorno tra cui: ascoltare musiche rilassanti, fare un bagno caldo, fare un po' di movimento (benissimo lo yoga o pratiche di meditazione). Inoltre l'evitare persone che portano negatività alla nostra vita, così come le situazioni problematiche, l'apportare piccole modifiche negli ambienti in cui si vive ci aiuta a proiettarci in un ottica di cambiamento positivo, andare a dormire sempre alla stessa ora, avere un atteggiamento ottimista di fronte alle diverse situazioni negative pensando che supereremo tali difficoltà senza problema, alleggerire gli impegni giornalieri in modo da concentrarsi solo sugli appuntamenti più importanti che non possono essere rimandati, sono importanti attività che possono contribuire ad un miglioramento della nostra vita alleviandoci la giornata e rendendoci più sereni.
Fonti:
- Mirella M., Grillo P.” Dinamica automotivante. Ovvero come affrontare bene la vita”. Franco Angeli, Milano. 2000
- Gian Maria Zappelli. “Vincere lo stress” . Gruppo 24 ore. Torini, 2011
Cosa si intende per ipocondria?
E' l'insieme di pensieri ossessivi connotati da una preoccupazione persistente riguardanti l'esistenza di una malattia importante che conduce, chi ne soffre, ad effettuare continui controlli medici in quanto ogni sintomo può essere da lui interpretato come un possibile segno della presenza di una patologia.
Quali sono i sintomi principali?
Palpitazioni cardiache, problemi gastrointestinali che generano ansia e paura, nonché deliri ed allucinazioni.Spesso si sviluppa come conseguenza di un periodo eccessivamente stressante, alla mancanza di fiducia del soggetto verso il proprio medico curante.
Quali sono le cause principali?
Tra le cause principali oltre a quelle già citate, possono insediarsi condizioni genetiche (entrambi i genitori ipocondriaci), la presenza dei disturbi di personalità, trascuratezza del genitore appartenente al proprio sesso, perdita di autostima.
Come si manifesta?
Con l'allontanarsi da tutto ciò che genera pericolo (ad esempio una malattia) e l'intensificazione di manifestazioni rassicuranti da parte di coloro che appartengono al proprio nucleo familiare o amicale. La fascia dei soggetti maggiormente coinvolti è compresa tra i 30 e 40 anni. Questo disturbo genera un peggioramento della qualità di vita dell'individuo associato spesso ad un'eccessiva ansia con difficoltà nel gestire ed organizzare le proprie abitudini nonché una perdita di relazioni ed interazioni con persone significative.
E' possibile guarire?
Si, è possibile con un percorso che porta il soggetto a riprendere in mano la propria quotidianità con una maggiore autostima e più fiducia in se stessi. Diventa perciò indispensabile un intervento con lo psicologo per comprendere meglio le cause ed impostare un trattamento efficace che migliori la qualità di vita della persona.
Cosa si intende per fobia scolare?
Si tratta di un disturbo d' ansia, paura, angoscia che si manifesta principalmente nei bambini; in particolare nel recarsi e restare a scuola. Questi sintomi sono spesso talmente forti e consolidati, da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica inducendo ad assenze ripetute croniche che, nel tempo, conducono ad un blocco della frequenza. Spesso questa paura può essere inserita nella tendenza del bambino ad aver paura che il genitore si possa ammalare, morire, partire e non tornare mentre l'individuo è a scuola.
Quali sono i sintomi principali?
Nausea, vertigini, tremori, mal di testa, vomito, diarrea e crisi di pianto; che portano il bambino ad evitare contatti con la scuola sopratutto nei giorni in cui vi sono interrogazioni o verifiche.
Quali sono le cause principali?
Il rapporto con la madre anch'essa sofferente da disturbo d'ansia la quale trasmette al figlio le sue preoccupazioni rafforzando in lui il comportamento evitante, l'atteggiamento della madre iper protettiva, con assenza di una figura maschile che impedisce lo sviluppo psicologico del bambino, ai ripetuti fallimenti scolastici del soggetto, alle difficoltà relazionali con i propri compagni di classe, dopo che si ha trascorso un periodo lungo lontano dalla scuola, la nascita di un fratellino o crisi del rapporto genitoriale, un trasloco.
Quali sono le conseguenze?
Questo sintomo può, nel tempo, compromettere significativamente la vita della persona bloccando il proprio sviluppo socio emotivo, le proprie relazioni intra ed extra familiari portando ad un abbassamento dell'autostima e una maggiore insicurezza in se stessi.
E' possibile risolvere tale problematica?
Si, in particolare e' indispensabile rivolgersi ad uno specialista che sia in grado di proporre un trattamento che miri a coinvolgere l'intera famiglia concentrandosi sulle problematicità che sono alla base dell'insorgenza di questo disturbo. Con l'approccio strategico, l'eliminazione del sintomo avviene tramite una terapia indiretta (il colloquio e le modifiche comportamentali vengono effettuate solo con i genitori i quali dovranno rispondere a quelle prescrizioni che vengono impostate durante l'incontro e che saranno oggetto di verifiche nei successivi incontri).
Diventa perciò indispensabile un intervento con lo psicologo per comprendere meglio le cause e proporre una cura che permetta di far riscoprire ed acquisire in modo più efficace quelle strategie e risorse che già il bambino e il genitore possiedono al fine di utilizzarle in modo più efficace peri migliorarsi e migliorare la vita del proprio figlio.
Cosa si intende per dipendenza affettiva?
E' una condizione relazionale negativa caratterizzata da un’incapacità a creare dei legami di coppia equilibrati e stabili.
Come si manifesta?
Si tende a donare troppo se stessi per paura che il partner ci abbandoni senza la presenza di una reciprocità vera nel rapporto. Colui o colei che tende a comportarsi in questo modo crea, inevitabilmente, un malessere psicologico alla base. Vi è l’incapacità di riconoscere i propri bisogni, si ha la tendenza a dipendere dall’altro per qualsiasi decisione relativa alla propria vita (dal tipo di abbigliamento da indossare, al tipo di impiego lavorativo da scegliere, al gruppo di amici da frequentare). Si è convinti che, per amare, sia necessario sacrificarsi per l’altro ed ogni comportamento del proprio partner può essere interpretato come un possibile allontanamento.
Quali sono le cause principali?
L'origine di tale problematica è da ricercare nella famiglia d’origine, nell’infanzia vissuta (in particolare si tratta di donne che hanno subito un abuso o maltrattamento o un abbandono imposto con molta forza verso la figura di attaccamento primario (la madre), tensioni e litigi tra genitori, abuso di alcol e droghe, lunghi periodi di assenza di dialogo tra i membri della famiglia, bisogni eccessivi e ripetitivi di pulire, lavarsi, mangiare, spendere;eccessiva severità in fatto di denaro, religione, lavoro, uso del proprio tempo.)
Quali conseguenze questo comporta?
Gli effetti principali sono: ansia, eccessivo attaccamento verso il possibile compagno con controlli anche ripetitivi e un' insicurezza in se stessi che tende ad aumentare sempre di più. La maggior parte di questi soggetti rimangono ancorati in tali relazioni disfunzionali per la paura della solitudine, per la speranza che un giorno il partner possa ripagarci dell’amore donatogli, per costruire (con lui) una possibile rapporto di coppia. La persona dipendente tende a soffocare qualsiasi interesse personale in cambio del proprio amore occupando un posto in prima fila nella propria vita.
E' possibile guarire?
Si, in particolare una visita da uno specialista diventa indispensabile poichè contribuisce a ridare autostima, fiducia in se stessi e migliorare i propri rapporti interpersonali. Oltre a questo, anche gruppi di mutuo aiuto possono essere importanti per questo tipo di problematica poichè si mira a coinvolgere tutti i partecipanti raccontando le proprie esperienze e, l'idea di non essere da soli ma in più individui a soffrire di tale patologia, può permettere alla persona di sentirsi parte di un nucleo in cui, insieme ad altri, ci si rispetta, ci si comprende e, si crea così una nuova visione del mondo.
Pagina 1 di 2